SVALBARD, IMMAGINI DAI CONFINI DEL MONDO
"La barca è solida, un rompighiaccio svedese che sicuramente ha affrontato mari ben più agitati, ma la mia percezione è che debba ribaltarsi da un momento all’altro. Ammetto che non sono certo un marinaio – in fondo sono nato tra le montagne – e mi sento molto più a mio agio con i piedi ben ancorati sulla terraferma. Ben più forte però è stata la motivazione di esplorare queste terre selvagge del grande nord e vedere dal vivo la loro straordinaria bellezza. Ed eccomi qui, disteso sul letto da 18 ore con il tempo scandito da continue oscillazioni che, come un pendolo, mi fanno ritrovare alternativamente a testa in giù e quasi in posizione eretta, rispetto a una linea orizzontale che non esiste più.
Quando le onde iniziano finalmente a calmarsi, capisco che stiamo per raggiungere la banchisa e decido di uscire sul ponte esterno. Davanti a me si apre un mare infinito di iceberg bianchi e azzurri che si perdono nella nebbia grigia dell’orizzonte. A contatto con la Natura e con la sua energia, la nausea e la spossatezza misteriosamente svaniscono e mi ritrovo appoggiato al parapetto della prua con il grandangolo che inquadra scenari mai visti prima.
Fotografare da una barca in movimento che ondeggia sull’acqua significa ovviamente rinunciare all’utilizzo del treppiede, allo scatto remoto e alla scelta ponderata dell’inquadratura che si ha sulla terraferma, dove gli elementi della scena davanti a te non cambiano. In queste condizioni invece, è necessario fotografare a mano libera inseguendo il soggetto e seguendo più che mai l’ispirazione del proprio istinto, in particolare con un grandangolo dove la ricerca di un primo piano interessante risulta spesso determinante.
Così, facendo massima attenzione a mantenere il precario equilibrio, imposto la fotocamera come se stessi inseguendo un leone che corre nella savana all’imbrunire, dove però stavolta il soggetto in movimento sono io nel paesaggio immobile che sto cercando di fotografare e che continuamente cambia nell’oculare della fotocamera".
Così scrivo nel libro “Tu sei Natura” e le immagini che condivido con voi sono i miei “appunti di viaggio” di due spedizioni alle Svalbard, arcipelago del Mare Glaciale Artico.
Una terra ancora selvaggia sebbene in rapido cambiamento, regno dell’orso polare e dimora di una ricca fauna adattata a vivere in condizioni limite, tra ghiacciai e montagne a picco sul mare.